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caro paolo voglio ricordarti sereno
sappi che non ti scorderemo mai.
adesso sei ''a casa'', e starai benissimo.
un abbraccio. -
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Mia madre
Zitti, coi cuori colmi,
ci allontanammo un poco.
Tra il nereggiar degli olmi
brillava il cielo in fuoco.
… Come fa presto sera,
o dolce madre, qui!
Vidi una massa buia
di là del biancospino:
vi ravvisai la thuia,
l’ippocastano, il pino…
… Or or la mattiniera
voce mandò il luì;
Tra i pigolìi dei nidi,
io vi sentii la voce
mia di fanciullo… E vidi,
nel crocevia, la croce.
… sonava a messa, ed era
l’alba del nostro dì:
E vidi la Madonna
dell’Acqua, erma e tranquilla,
con un fruscìo di gonna,
dentro, e l’odor di lilla.
… pregavo… E la preghiera
di mente già m’uscì!
Sospirò ella, piena
di non so che sgomento.
Io me le volsi: appena
vidi il tremor del mento.
… Come non è che sera,
madre, d’un solo dì?
Me la miravo accanto
esile sì, ma bella:
pallida sì, ma tanto
giovane! una sorella!
bionda così com’era
quando da noi partì.
Giovanni Pascoli -
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Inno alla donna, Alda Merini
Stupenda
immacolata fortuna
per te tutte le creature
del regno
si sono aperte
e tu sei diventata la regina
delle nostre ombre
per te gli uomini
hanno preso
innumerevoli voli
creato l’alveare del
pensiero
per te donna è sorto
il mormorio dell’acqua
unica grazia
e tremi per i tuoi incantesimi
che sono nelle tue mani
e tu hai un sogno
per ogni estate
un figlio per ogni pianto
un sospetto d’amore
per ogni capello
ora sei donna
tutto un perdono
e così come ti abita
il pensiero divino
fiorirà in segreto
attorniato
dalla tua grazia. -
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Il tuo sorriso di Pablo Neruda
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amor mio, nell’ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d’improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell’isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l’aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei. -
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Nella casa della paura
Nella casa della paura
sembra inchiostro l’acqua pura,
sembra un pipistrello un fiore,
i minuti sembrano ore.
Nella casa dello spavento
sembra molle il pavimento,
sembra un rospo la saliera,
un serpente la ringhiera.
Lunedì da casa mia
la paura è andata via
e le cose sembran cose
e le rose sono rose.
Martedì dalla mia casa
se n’è andato lo spavento:
cento amici l’hanno invasa,
han portato luce e vento!
Roberto Piumini -
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Come sempre mi avete commossa. Ringrazio tutti per gli auguri, per le vostre belle immagini e le vostre parole. Un altro anno è passato, sono 64 e non sono pochi. Un abbraccio con tutto il cuore, grazie infinite. -
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Auguri Paolo, ci manchi, sei una presenza ''speciale e gentile''.
Un abbraccio